…by Claude 2 – 100k |
Le fiamme divampano altissime nella notte, avvolgendo ogni cosa in un abbraccio letale. Alberi secolari ridotti in cenere, animali in fuga disperata, case evacuate. Lo scenario apocalittico di un incendio è purtroppo molto familiare. Ogni estate i roghi dominano le cronache, tragedie annunciate che puntualmente si ripetono. Eppure, dietro questa consuetudine, si nasconde una storia di colpevole noncuranza. Sono un giornalista che da anni si occupa di ambiente. Ho visto coi miei occhi i danni provocati dagli incendi, ho sentito il crepitio delle fiamme avvicinarsi, ho respirato il fumo acre che toglie il fiato. E ho capito che quei roghi non erano incidenti isolati, ma il sintomo di un male più profondo. Un cancro che divora il nostro territorio, nell’indifferenza generale. Questa è la vera storia dello scempio silenzioso degli incendi in Italia.Tutto parte dall’abbandono delle aree rurali e montane, un esodo di massa che ha svuotato intere zone del Paese. Senza più agricoltori e pastori a presidiare il territorio, boschi e campagne sono stati lasciati in balia del degrado. Rottami di ogni tipo, rifiuti a cielo aperto: una miscela esplosiva pronta a trasformarsi in un inferno di fuoco alla prima scintilla.E le scintille purtroppo non mancano, per incuria o per deliberata volontà di nuocere. Nel corso delle mie inchieste, ho scoperto casi raccapriccianti di piromani, ben più frequenti di quanto si pensi. Individui disturbati che appiccano il fuoco per sadismo, per noia, o peggio ancora, per lucro. Già, perché dietro molti roghi si nascondono loschi affari, legati alla speculazione edilizia. Terreni resi edificabili dopo l’incendio, rimboschimenti e ricostruzioni pagate con soldi pubblici: un business sporco sulla pelle di noi cittadini.Ma gli interessi economici non finiscono qui. La stessa gestione delle operazioni di spegnimento è inquinata da illegalità diffusa. Canadair ed elicotteri noleggiati a prezzi esorbitanti, appalti assegnati senza gare, straordinari gonfiati ai vigili del fuoco, spese allegre nei bar e ristoranti della zona. Mentre le fiamme divorano ettari di bosco, c’è chi banchetta allegramente con i soldi pubblici destinati all’emergenza. Un insulto ai cittadini e alla professionalità di quei pompieri che rischiano la vita per spegnere i roghi.Ma il business degli incendi non finisce qui. Quando le fiamme sono domate, ecco arrivare le ruspe per la ricostruzione, affidata spesso a ditte compiacenti. Il ritornello è quello di sempre: rimboschiamo in fretta, non perdiamo i finanziamenti europei. Peccato che la ricostruzione post-incendio sia un’occasione persa nella stragrande maggioranza dei casi. Alberi messi a dimora senza criterio, opere di prevenzione inadeguate, nessun serio controllo su come vengono spesi i soldi. E il prossimo rogo è già dietro l’angolo.In tutti questi anni di inchieste ho conosciuto anche realtà virtuose, amministrazioni che con scarsi mezzi fanno miracoli, volontari che si battono instancabilmente per difendere il territorio. Ma sono casi isolati, fiammelle di speranza in un mare di incompetenza e malaffare. Manca la volontà politica di affrontare seriamente il problema degli incendi boschivi in Italia.E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: ogni estate torna puntuale l’emergenza. Montagne di verbali e prescrizioni, ma nulla cambia. Roghi dolosi o colposi non sono quasi mai perseguiti. E anche quando si trova il colpevole, le pene sono irrisorie. Danni per milioni di euro, vite umane perse, animali carbonizzati: eppure bruciare il nostro patrimonio forestale sembra non essere un crimine.Cari politici e amministratori, la sfida è qui: dimostrate di avere a cuore il destino dei boschi italiani. Cominciate colpendo duramente i piromani, non lasciateli mai impuniti. Poi bonificate i terreni abbandonati, sorvegliateli, murate gli accessi se necessario. Spendere per prevenire costa meno che spegnere le fiamme. Ricostruiamo in modo intelligente, non con gli ecomostri del passato. Diamo lavoro alla gente del posto per tutelare davvero il territorio. Istituiamo una Procura nazionale per gli incendi boschivi, che coordini indagini e processi. Insomma, consideriamo il problema incendi la vera emergenza nazionale che è. Dimostriamo di voler spegnere non solo le fiamme, ma le illegalità che le alimentano. Ne va del nostro futuro.Io non mollo, continuerò a scavare per far emergere la verità. Ma questa battaglia si vince solo se i cittadini alzano la voce e pretendono risposte. Uniamoci, teniamo accesi i riflettori sullo scempio silenzioso che ogni estate devasta i nostri tesori naturali. Da soli si brucia in fretta, insieme possiamo spegnere le fiamme della rassegnazione. Un fuoco alla volta.


